lunedì 23 dicembre 2013

il tatuaggio: dimmi dove ce l'hai e ti dirò chi sei

SULLA CAVIGLIA? SEI GELOSO E PASSIONALE. VICINO ALL'OMBELICO? OCCHIO ALLA TIMIDEZZA. UNA NUOVA DISCIPLINA, LA PSICOLOGIA DEL TATUAGGIO, STUDIA IL CARATTERE DELLE PERSONE IN BASE AI SEGNI INDELEBILI IMPRESSI SULLA LORO PELLE
Le origini del tatuaggio sono molto antiche tanto che anche la mummia di Similaun(3300 a.C) rinvenuta tra i ghiacci delle Alpi nei primi anni Novanta, ne possedeva uno sulla schiena. Il termine deriva da “ta-tau”, che in polinesiano significa “segno sulla pelle”, ed è stato introdotto in Europa nel Settecento dall'esploratore inglese James Cook di ritorno da uno dei suoi viaggi nei Mari del Sud. Nelle popolazioni primitive tatuarsi non ha nulla di anticonformista, anzi: è un simbolo d’integrazione sociale, mentre oggi il tatuaggio è diventato un fenomeno di massa, senza perdere del tutto il gusto di una piccola trasgressione. I sociologi si sono chiesti perché in una realtà così mobile – e precaria - come la nostra, dove si cambia casa, lavoro e partner con estrema facilità, sentiamo il bisogno di lasciarci segni indelebili sulla pelle. Diventando parte integrante della propria identità personale, il tatuaggio “porta fuori” qualcosa che in genere viene tenuto nascosto o non espresso: è uno strumento per dichiarare la propria posizione rispetto al mondo, per esteriorizzare un modo di essere di fronte agli altri. Recentemente è nata una nuova disciplina, la “psicologia del tatuaggio” che studia il
carattere delle persone in base ai segni impressi in modo indelebile sulla pelle. Quando si tratta del nostro corpo, il significato dei simboli non può essere interpretato con la semplice intuizione, ma va ricercato nell'inconscio. La scelta del disegno e della zona da tatuare non è mai neutra, ma rimanda al mondo dei simboli e fa emergere quello che è nascosto all'interno dell'individuo, cioè il suo vero carattere. Secondo la psicologia del tatuaggio, ad esempio, tatuarsi sulla parte sinistra del corpo, che per la psicanalisi rappresenta il passato, sarebbe tipico delle persone pessimiste, con poca fiducia in se stesse. La destra, invece, legata al futuro, sempre secondo gli psicologi indicherebbe un carattere solare, positivo, aperto ai cambiamenti, ma ben ancorato alla realtà. Tatuarsi il tronco denota pragmatismo e capacità decisionali. Se la scelta ricadesulle braccia, significa che il soggetto sta attraversando una fase di lenta maturazione, mentre le persone infantili e poco riflessive preferiranno le gambe. Se il tatuaggio si trova in una parte anatomica normalmente nascosta come l'ombelico, il sedere o l'interno coscia, l’individuo è insicuro e timido, con un forte senso di inferiorità. La caviglia è la zona preferita dalle donne sospettose e gelose, ma anche molto femminili, e dagli uomini competitivi e ambiziosi. Tatuarsi le zone genitali, infine, assume significati opposti per uomini e donne: combattive, autonome e sensuali queste ultime, maldestri e passivi i primi. La zona da tatuare varia anche a seconda del sesso: gli uomini preferiscono la schiena (che significherebbe difficoltà ad assumersi responsabilità), la spalla (bisogno di libertà e di movimento) e il braccio. Le donne, il polso e la caviglia, adatti ai disegni più piccoli come fiori, stelle, gatti o delfini, che sono i prediletti dal sesso femminile. C'è chi si tatua un portafortuna, chi vuole festeggiare un avvenimento o segnalare un cambiamento; alcuni vogliono giurare eterna fedeltà al proprio partner e altri, viceversa, lo fanno per esorcizzare un dolore, come la fine di una relazione. Perché, in fin dei conti, qualsiasi esperienza di vita è sempre indelebile per noi, esattamente come un tatuaggio.
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