giovedì 29 dicembre 2016

Il nonno mangia da solo perché sporca troppo. La reazione del nipote fa cambiare idea alla famiglia



Un giorni un vecchietto fragile ed anziano andò a vivere con suo figlio, la nuora, e il nipotino di quattro anni. Le mani del vecchietto tremavano, la vista non era buona, e le gambe non lo tenevano più con stabilità. La famiglia mangiava insieme al tavolo. Ma le mani dell’anziano nonnino tremavano così forte e ci vedeva così male che gli restava difficile riuscire a mangiare. I piselli gli cadevano dal cucchiaio sul pavimento. Quando afferrava un bicchiere, il latte si rovesciava sulla tovaglia. Il figlio e la nuora si irritavano per tutta la confusione che creava. “Dobbiamo fare qualcosa riguardo a papà,” disse il figlio. “Non ce la faccio più a sopportare il suo modo di mangiare rumoroso, il latte rovesciato e il cibo sparso sul pavimento.” Così il marito e la moglie apparecchiarono un piccolo tavolino in un angolo. Là, il nonno mangiò da solo mentre il resto della famiglia si godeva la cena. Poiché il nonno aveva già rotto uno o due piatti, il cibo gli venne servito un una ciotola di legno. Quando la famiglia lanciava uno sguardo nella direzione del nonno, a volte vedevano che aveva una lacrima all’angolo degli occhi, mentre mangiava da solo. Nonostante ciò, le sole parole che la coppia aveva per lui erano taglienti ammonizioni quando faceva cadere una forchetta o rovesciava del cibo. Il nipotino di quattro anni osservava tutto in silenzio. Una sera prima di cena, il padre notò che suo figlio stava giocando con la pialla sul pavimento. Chiese al figlio dolcemente: “Cosa stai facendo?” Altrettanto dolcemente, il bambino rispose: “Oh, sto costruendo una piccola ciotola per te e mamma in modo che possiate mangiare il vostro cibo quando sarò cresciuto.” Il bimbo di quattro anni sorrise e ritornò al suo lavoro. Le parole del figlio colpirono i genitori così tanto da lasciarli senza parole. Allora lacrime iniziarono a scorrere sulle loro guance. Sebbene non fosse stata pronunciata nemmeno una parola, entrambi sapevano cosa doveva essere fatto. Quella sera il marito prese la mano del nonno e gentilmente lo accompagnò nuovamente al tavolo della famiglia. Per il resto dei suoi giorni egli mangiò ogni pasto con il resto della famiglia. E per ragioni inspiegabili, né il marito né la moglie sembravano prestare più alcuna attenzione quando una forchetta cadeva, o del latte veniva versato, o la tovaglia sporcata. Una nota positiva:


Ho imparato che, non importa cosa succede, quanto brutto possa sembrare l’oggi, la vita va avanti, e domani sarà meglio. Ho imparato che puoi dire molto di una persona dal modo in cui si comporta in quattro situazioni: un giorno di pioggia, gli anziani, lo smarrimento dei bagagli e le luci aggrovigliate dell’albero di Natale. Ho imparato che, qualunque sia la relazione che hai con i tuoi genitori, ti mancheranno quando non ci saranno più nella tua vita. Ho imparato che guadagnarsi “da vivere” non è la stessa cosa che farsi “una vita”. Ho imparato che la vita a volte ti dà una seconda possibilità. Ho imparato che non è necessario passare tutta la vita con un guantone da baseball da ricevitore in entrambe le mani. Devi imparare a restituire qualcosa. Ho imparato che se insegui la felicità, ti eviterà. Ma, se ti concentri sulla tua famiglia, sui tuoi amici, sui bisogni degli altri, sul tuo lavoro e sul fare il meglio che puoi in ogni situazione, la felicità ti troverà. Ho imparato che ogni volta che prendo una decisione a cuore aperto, di solito prendo la decisione giusta. Ho imparato che non devo essere tutto d’un pezzo anche quando sono in pena. Ho imparato che ogni giorno, dovresti andare verso qualcuno e toccarlo. La gente ama il contatto umano, il tenersi per mano, un abbraccio caldo, o solo un’amichevole pacca sulla spalla.
Ho imparato… che ho ancora un mucchio di cose da imparare.

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